Ore 20.00 – Libri, Media & Produzioni
Con:
Shaden Ghazal
Anwar
Silvia Gharaba
Alba Nabulsi
Modera:
Valentina Nessenzia (Associazione Ya Basta! Êdî Bese!)
A seguire proiezione di una selezione di corti del Nazra Palestine Short Film Festival
La violenza contro i palestinesi negli ultimi due mesi è stata così terrificante che è stata portata all’attenzione di coloro che ne erano precedentemente immuni. I palestinesi in Israele sono stati uccisi da folle inferocite mentre la polizia guardava dall’altra parte. Nulla di tutto questo è una novità. Gaza è stata sotto attacco a intervalli regolari dal 2008 e con ogni incursione israeliana abbiamo assistito ogni volta ad uno schema simile: pulizia etnica dei palestinesi in Israele e nei territori occupati, immense provocazioni accompagnate da repressione sul campo e gli F16 che fanno piovere bombe sugli abitanti di Gaza. Le organizzazioni umanitarie – sia internazionali che israeliane – hanno condannato ripetutamente l’embargo illegale di Gaza e la spinta in avanti del colonialismo israeliano nei territori occupati.
La popolazione viene deportata dalle proprie terre per essere reclusa e messa a produrre beni e servizi calati dall’alto. In questo modo si impone al popolo palestinese una produzione aliena e alienante della propria esistenza, si distruggono le comunità e insieme a loro la produzione e la riproduzione del proprio popolo.
Patrick Wolfe, storico e scrittore australiano, ha sostenuto che occorrerebbe rileggere la storia del capitalismo attraverso la storia del colonialismo. Questa intuizione sarebbe interessante da verificare anche altrove: oltre la Palestina, oltre le ex-colonie, nel cosiddetto mondo occidentale. D’altronde sappiamo bene cosa significa dalle nostre parti distruzione e devastazione dei territori in nome del profitto, necessità securitarie e carcerazione preventiva, “siti strategici di interesse nazionale” e spopolamento dei territori. Come sappiamo bene che le promesse di “sviluppo e prosperità” altro non sono che un’esistenza di miseria in cambio di un salario precario.
La storia del popolo palestinese però è anche la storia della lotta per la Palestina libera e indipendente. La resistenza popolare è l’unica risposta possibile ai vari piani di pace che si sono susseguiti e agli altri che seguiranno, perché il popolo palestinese lo sa bene: nessuna pace è possibile senza terra, giustizia e libertà.
Vi invitiamo a seguire queste indicazioni:
• Per la sicurezza di tutti: evitate assembramenti, indossate la mascherina quando vi alzate dai tavoli, igienizzatevi frequentemente le mani.
• Per garantire la sopravvivenza del festival vi chiediamo di non introdurre bevande di nessun tipo dall’esterno.
• Nel rispetto della campagna “Sherwood Change For Climate Justice” vi ricordiamo che non si potranno introdurre vetro e plastica all’interno dell’area.
• Per il rispetto del nostro vicinato vi raccomandiamo di non suonare percussioni o altri strumenti dopo la mezzanotte!
Sherwood Festival è necessario! E sarà per tutt*.
Non sono necessarie prenotazioni
Infoline: 335.1237814
(Risponde dalle ore 13:00 alle 18:00)
Per info generali: info@sherwood.it